IL BLOG DI ADR - CEL: argomento |
Torna all'indice degli argomenti
Il BISOGNO CHE PREVALE SUL DIRITTO DIFFERENZA TRA GIUDIZIO, ARBITRATO E CONCILIAZIONE
a cura di: Dott. Andrea Claudio Castaldo Dottore Commercialista – Revisore Contabile Presidente commissione giustizia alternativa O.D.C.E.C. NOLA
Il D.Lgs n. 28 del 14 marzo 2010 stravolge il processo civile introducendo un meccanismo, antico ma poco diffuso nella nostra vita quotidiana: la conciliazione. Antecedente al giudizio rendendola è condizione di procedibilità della domanda giudiziale. In conciliazione i bisogni delle parti in lite assumono rilevanza strategica. Tutti gli sforzi profusi hanno come obiettivo quello di soddisfare i bisogni, prescindendo da soluzioni necessariamente fondate sul diritto. Conciliare significa cercare di raggiungere un accordo spingendosi oltre la mera rappresentazione di posizioni ritenute più o meno fondate, alla luce di come sono andati i fatti nel passato. E’ importante e fondamentale, quindi, scavare con delicata accortezza nel profondo delle parti in lite individuando gli interessi sommersi, veri elementi trainanti per la risoluzione della lite. Si cercherà, quindi, di individuare soluzioni realistiche che guardino al futuro salvaguardando i bisogni delle parti. In conciliazione si abbandona il confronto muro contro muro, non si avranno sul campo né vincitori né vinti, allargando orizzonti a possibili soluzioni negoziali che consentano ad entrambe le parti di ottenere un risultato soddisfacente. Risultato questo, improponibile ed irrealizzabile in giudizio ed in arbitrato ove il giudice o l’arbitro si attribuisce il potere di decidere il torto e la ragione ad un terzo. Con la sentenza, nell’esercizio delle sue funzioni, il giudice o arbitro stabilirà un vincitore ed un vinto, perdendo la disponibilità della controversia e del suo esito. In conciliazione, invece, le parti mantengono fino alla fine la disponibilità dell’esito finale della controversia. I litiganti, contrariamente a quanto in giudizio ed arbitrato, hanno la possibilità, in qualsiasi momento della conciliazione, di alzarsi dal tavolo delle trattative ed abbandonare la negoziazione. E’ una vera e propria rivoluzione nel diritto, una possibilità unica nel panorama dei sistemi di risoluzione delle controversie. Le parti hanno il potere di esercitare, senza alcuna remore, la propria autonoma decisione di come andrà a finire la controversia, ultima occasione prima di andare in giudizio in caso di fallimento della conciliazione. E’ palese, quindi, che conciliare significa mettere in campo elementi di natura non giuridici, che non avrebbero mai potuto trovare terreno fertile in un procedimento giudiziale e nell’arbitrato. In conciliazione il mediatore fornisce una struttura dinamica e flessibile alle parti in lite consentendo alle stesse il superamento delle impasse nella loro contesa. Durante tale negoziazione si da spazio ad elementi soggettivi quali l’emotività, con l’obiettivo di fare emergere aspetti di natura comunicativa e relazionale per poterli fare prendere in considerazione alla controparte. La conciliazione ha anche un altro aspetto fondamentale da prendere in forte considerazione. Contribuisce a preservare i rapporti tra le parti , sia di natura umana sia di natura commerciale; elementi questi che sia nel giudizio ordinario che nell’arbitrato non possono essere presi in considerazione. Con il giudicato si interre il dialogo tra le parti e molto spesso si cessano rapporti consolidati di amicizia o partnerschip commerciale. La conciliazione, per sua natura, ha invece proprio l’obiettivo di ristabilire il dialogo e quindi di consentire il mantenimento dei rapporti per il futuro sia personale che commerciali. Si può affermare, senza ombra di smentita che la conciliazione favorisce il dialogo e la comunicazione aiutando la negoziazione condotta dalle parti e mutandone le dinamiche. Sfrutta le tecniche di negoziazione per facilitare il raggiungimento dell’accordo, sposta l’attenzione delle parti dalle posizioni basate sui fatti del passato ai bisogni ed agli interessi del presente e del futuro. Favorisce un’analisi di realismo sul proprio caso e sulle soluzioni prospettate, allarga le possibili soluzioni aumentando le scelte e le opzioni di risoluzione dando spazio alle emozioni e consentendo di sperare blocchi emotivi. Infine e non ultimo aiuta a ricostruire i rapporti tra le parti in lite.
- Postato il: 05/07/2011, alle ore: 18:01:19